Benessere animale, Ministero delle Salute e delle Politiche agricole al lavoro sul sistema di qualità
Fiesa Confesercenti: ampia condivisione alla scelta di premiare la qualità e i corretti metodi allevatoriali
Si è svolto, organizzato dal Mipaf, il webinar dedicato al sistema di qualità del benessere animale con gli interventi del dott. Pierdavide Lecchini del Ministero della Salute, del Dott. Giuseppe Blasi del Mipaf, del dott. Filippo Trifiletti di Accredia, del Dott. Francesco Bongiovanni del Mipaf, del dott. Ugo Santucci del Ministero della Salute e della dott.ssa Silvia Tramontin di Accredia.
Il progetto “Il sistema di qualità del benessere animale” dovrebbe rientrare all’ interno del Recovery Fund e coinvolge tutti gli attori della filiera animale. Il sistema di qualità nazionale nel settore zootecnico è stato proposto con il decreto rilancio, approvato in via definitiva dal senato il 17/7 ultimo scorso nell’ambito di una strategia circolare per il rilancio del comparto nel solco del green deal.
Si tratta di un intervento progettuale che praticamente incrocia sotto il marchio di qualità certificata italiana di stampo pubblicistico tutte la problematiche legate in tema di sostenibilità ambientale, di qualità, di benessere, di green economy. Sempre più spesso i problemi legati alla produzione ed ai rischi sanitari risultano interconnessi rendendo di fatto necessario un approccio integrato tra tutti gli attori coinvolti.
In questo contesto viene ricondotta la politica di sostegno per gli allevamenti di animali da reddito,
tramite le corrette politiche di produzione, di previsione e precauzioni per i rischi alimentari, sanitari, ambientali, introducendo dei criteri di bio-sicurezza e di benessere animale, passando per un uso corretto dei farmaci, in riferimento a tutti gli animali da allevamento: bovini, suini, polli, galline, uova…
Un progetto mirante alla previsione di un insieme di regole, che si integrano/aggiungono a quelle già in essere, che servono alla certificazione coerente di ciò che si dichiara in etichetta che prende le mosse con l’ approvazione dell’ articolo 224 bis del decreto- legge 19 maggio 2020 n. 34, convertito nella legge 17 luglio 2020 n. 77
L’intervento mira a definire una piattaforma di carattere nazionale con l’ obiettivo di favorire un recupero di competitività della fase allevatoriale, migliorare la sostenibilità dei processi produttivi, la trasparenza nei confronti dei consumatori, particolarmente importanti in situazioni di emergenza come quella generata dalla diffusione del coronavirus, ma anche in riferimento alle emergenze attraversate dal settore delle carni come la bse, la peste suina, la sars…
In questa cornice il Mipaf e il Ministero della Salute, in collaborazione con Accredia stanno completando la definizione delle modalità applicative del sistema di qualità nazionale sul benessere animale, introdotto dalla citata norma, attraverso la elaborazione di un decreto interministeriale che stabilisce le regole generali per l’ottenimento della certificazione dell’allevamento e degli ambiti di azione degli enti certificatori.
“A fronte dell’iniziativa sostenuta in ambito istituzionale, come distribuzione specializzata delle carni non si può che condividere questa iniziativa di premio della qualità e della trasparenza come elemento distintivo nella giungla delle offerte, che giunge alla banalizzazione del prodotto e a prezzi impossibili, hanno detto Gianpaolo Angelotti Presidente Fiesa e Luigi Frascà Presidente Fiesa Assomacellai che hanno partecipato alla video call, Per la distribuzione specializzata di carne è un elemento di grande qualificazione dell’offerta e costituisce un utile strumento concorrenziale che alza il livello qualità prezzo verso un asticella che premia i valori bio, del benessere animale, degli allevamenti rispettosi dei cicli della natura. È un’arma concorrenziale importante visto che la Gdo gioca in maniera spinta sul mono tasto del prezzo, con volantini roboanti in una guerra dei prezzi a rincorrere quello più basso, sganciato da ogni discorso sulla qualità e sulla provenienza e sui metodi allevatoriali, ricorrendo ad etichette poco chiare o tendenziose atte a favorire suggestioni e confusioni. Il sistema vuole essere applicabile in toto, facendo perno sulla tracciabilità chiara e trasparente, da sempre cavallo di battaglia di Fiesa Assomacellai, che ha sempre chiesto anche per le carni macinate e insaccate notizie chiare sul luogo di nascita, di allevamento, di macellazione, del numero di lotto, del regime alimentare somministrato, della dichiarazione di benessere animale evidenziando lo stato allevatoriale se libero, allo stato brado, in batteria, in box…”