Emergenza Covid e richieste di intervento per il settore al centro della discussione
Ripresi i corsi di specializzazione universitaria per la sicurezza alimentare
Si è svolta lo scorso 28 settembre la riunione di Presidenza nazionale Fiesa. La di Presidenza ha discusso dell’emergenza covid-19, con analisi e valutazioni di scenario; del progetto Fiesa Confesercenti-Federconsumatori di consolidamento di immagine dei negozi al dettaglio: Il ruolo degli esercizi alimentari di vicinato; dell’andamento negoziale con OO SS per il CCNL della panificazione; della Presidenza Fiesa del Fonsap; dell’andamento delle vendite nei settori di riferimento; dell’ Oicb, ripresa delle attività; della vendita diretta agroalimentare; del prodotto ittico nella gestione domestica; della ripartenza del corso di specializzazione in sicurezza alimentare.
Sul primo punto il Presidente Gianpaolo Angelotti ha svolto una breve relazione sullo stato della crisi vista dagli esercizi di vicinato. Angelotti ha illustrato il clima di emergenza e la grande preoccupazione seguita. “In quel clima – ha detto – abbiamo seguito le direttive guida del Governo, garantendo l’apertura dei negozi cercando di fare del nostro meglio per stare vicino ai nostri clienti e alla popolazione. Poi un po’ alla volta siamo entrati nel clima emergenziale e abbiamo rinunciato a tutto, ai turni, alle ferie, alle chiusure domenicali, ai rapporti sociali. Abbiamo garantito un servizio essenziale e ci siamo sentiti su una frontiera avanzata al servizio della collettività. Abbiamo dovuto in poco tempo impostare tutta una serie di interventi atti a fronteggiare le varie necessità sia di ordine sanitario, sia di ordine di servizio: misure per tutelare il cliente, i dipendenti, il corretto svolgimento dell’attività in quel particolare momento. Quindi aggiornamento dell’Haccp aziendale, mascherine (introvabili), disinfettante per le mani(introvabile), guanti di protezione. Si è trattato di una prassi innovativa anche se c’è da ricordare che per tradizione e necessità tutte le macellerie disinfettano tutti i giorni gli ambienti e gli attrezzi di lavoro. Tra le altre cose, abbiamo dovuto fare un contratto (molto caro) per un pos portatile collegato ad un telefonino per il pagamento elettronico, poiché vi era anche rarefazione del contante.
Abbiamo registrato la necessità dei clienti di essere riforniti a casa, in quanto avevano difficoltà o timore ad uscire. Così abbiamo dovuto organizzare un servizio a domicilio, con un centralino di raccolta ordini, programmazione oraria e 2 persone con mezzo per la consegna. Non vi è dubbio che abbiamo garantito un servizio pubblico di alta qualità, secondo le prescrizioni sanitarie, secondo le esigenze del cliente, riuscendo là dove la Gdo non riusciva a dare risposte in tempi brevi. Tutto questo senza alcun limite di spesa, di età, di lontananza. Abbiamo allestito con i colleghi tanta roba, con uno sforzo organizzativo e logistico importante. In più, la conoscenza del cliente, una parola di incoraggiamento la presenza fisica, l’esserci a disposizioni di determinati bisogni. Era come far parte di quell’esercito di persone che, a vari livelli operava per il funzionamento del Paese in stato d’emergenza: da quello ospedaliero, al volontariato, dalla polizia all’assistenza, agli operatori economici dei servizi essenziali. Era come far parte di una squadra necessaria per superare l’epidemia e la paura. Credo- ha continuato Angelotti- che nulla sarà più come prima. Questa epidemia ha cambiato il mondo per sempre, alcune modalità sociali, lavorative, economiche e persino culturali influenzeranno la vita futura. Lo smart working e le comunicazioni a distanza hanno rivelato un mondo che lascerà il segno. Il Governo ha cercato di dare risposte che per il nostro mondo sono state insufficienti. Detto questo, quello fatto non basta a risolvere i vari problemi economici. Certo c’è una classifica di priorità, partendo dai beni garantiti e tutelati dalla carta costituzionale. E c’è il valore delle imprese che reggono lo sforzo economico del paese. Su questo occorre che il Governo concentri lo sforzo di sostegno e rilancio. Verso il nostro mondo, un po’ di riconoscenza non farebbe male, varando misure di sgravi fiscali e di incentivo. Ci aspettiamo che le Istituzioni capiscano il valore di presidio del territorio che assicuriamo con i nostri servizi commerciali.
Sulla ricerca Fiesa Confesercenti Federconsumatori, il Direttore della Federazione ha evidenziato le finalità del lavoro teso ad analizzare il ruolo degli Esercizi di vicinato alimentare nella crisi della Pandemia Covid-19, tra chiusure e proposte per il rilancio delle attività.
L’analisi, iniziata prima dell’emergenza sanitaria Covid-19 che ha modificato radicalmente le nostre vite e la nostra economia, prende le mosse dalla considerazione dello stretto rapporto esistente tra le attività commerciali e il territorio in cui esse sorgono. Un rapporto che nella crisi pandemica si è mostrato ancora più stretto e vitale, essendo rimaste tra le poche attività aperte al pubblico, permettendo ai cittadini di riscoprire l’importanza di una rete di esercizi di prossimità che in questi anni hanno progressivamente perso terreno di fronte alla corsa di ipermercati e discount.
Nei mesi segnati dall’emergenza e dalle drastiche misure di contenimento dei movimenti consentiti ai cittadini, il ruolo dei negozi di vicinato di vendita dei prodotti alimentari ha avuto una forte rivalutazione, tanto più in quelle aree meno servite da servizi. La vicinanza, la possibilità di accedere facilmente a rifornimenti di prodotti alimentari freschi e di qualità, la possibilità di accedere ad un luogo consentito di socialità e la possibilità di averli consegnati a casa hanno ridisegnato il profilo economico e sociale dei punti vendita cosiddetti tradizionali. È servita una pandemia per spostare l’ago della bilancia nuovamente verso tali esercizi, mostrandone il ruolo chiave in ambito sociale ancora prima che economico, essendo essi presidi di servizi essenziali primari. Alla luce di tale evoluzione, è necessario valorizzare la funzione del commercio per creare le condizioni di rivitalizzazione e riqualificazione degli esercizi di vicinato alimentare. La ricerca vuole contribuire attivamente in tal senso, restituendo una mappatura precisa e puntuale della situazione relativa alla chiusura degli esercizi di vicinato nel nostro Paese, segnalando con proposte concrete l’urgenza di un intervento di sostegno a tali tipologie di impresa. La presentazione del lavoro è attesa per fine mese.
Sul confronto in atto con le OO.SS. dei dipendenti del settore della panificazione il Presidente Davide Trombini ha evidenziato che al momento si sono svolti alcuni incontri ufficiali con le delegazioni dei lavoratori dipendenti. La rappresentanza sindacale ha illustrato la piattaforma e i vari istituti che contengono, compresa la richiesta di adeguamento salariale. Da parte di Fiesa Assopanificatori è stato ribadito che la piattaforma risente di un tempo di elaborazione superato dai tempi attuali caratterizzati dall’emergenza Covid-19, lungi dall’essere superata. In questo contesto di crisi, in cui il settore ha pagato un caro prezzo in termini di vendite, Assopanificatori ha dichiarato che il momento attuale è quello di farsi carico tutti, rappresentanza sindacale compresa, dei problemi del settore per salvare le imprese e i lavoratori che da esso dipendono. Alcuni temi, in agenda da tempo, non possono essere scaricati solo sulle imprese. In una logica di confronto anche i lavoratori e la loro rappresentanza debbono concorrere a risolvere le problematiche illustrate. Inoltre, l’incertezza dei tempi attuali e il perdurare della crisi sanitaria, con tutto quello che ne potrebbe scaturire, non consente di fissare parametri di riferimento per impostare il lavoro dei prossimi anni. In questa logica Assopanificatori ha dichiarato la volontà di proseguire il confronto negoziale, affrontando le emergenze, per traguardare il settore fuori dalla crisi.
Il Presidente Trombini ha quindi fatto gli auguri al collega Vinceslao Ruccolo eletto nuovo Presidente del Fonsap, l’importante ente della bilateralità deputato all’erogazione dell’assistenza sanitaria integrativa. È stata un’elezione importante per la Federazione che ha sempre creduto nella bilateralità e nelle corrette relazioni tra le parti. La bilateralità si sta rivelando uno strumento di rilievo nelle politiche di settore e anche in questa fase di emergenza sanitaria potrà svolgere un ruolo di preminenza. Ruccolo dal canto suo ha ringraziato i colleghi per la fiducia accordata e ha chiesto a tutti di collaborare per la buona riuscita della Presidenza.
Sui consumi, il comparto alimentare pur non essendo stato interessato dal lockdown, la filiera del food è infatti rimasta attiva, ha registrato seri problemi di logistica e di distanziamento nei luoghi di lavoro, la produttività è scesa e i costi unitari sono aumentati. Molte attività hanno dovuto affrontare nuove misure di sanificazione e, simultaneamente, limitare l’afflusso della clientela e i tradizionali volumi di vendite. Ad oggi, a sei mesi dall’inizio del lockdown e dell’emergenza i consumi generali non recuperano e il bilancio è ancora negativo: tra marzo e agosto di quest’anno, le famiglie italiane hanno speso in beni e servizi oltre 2.300 euro in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 59,2 miliardi di euro di acquisti ‘svaniti’ dall’avvio della crisi Covid.
L’andamento dei consumi alimentari in casa è stato completamente stravolto dall’irrompere del Coronavirus. Restrizioni quali la chiusura quasi totale dei ristoranti e dei bar, la limitazione agli spostamenti e lo smart working hanno costretto gli italiani a consumare i pasti in casa, con conseguente aumento della spesa per acquisti domestici e un cambiamento nelle abitudini di acquisto. La spesa domestica delle famiglie per prodotti alimentari registra nel I semestre 2020 +9,2%. La possibilità di stare tanto tempo a casa ha favorito la preparazione di piatti “home made”. La scelta dei canali di vendita è stata mutevole, nel mese di marzo dopo un iniziale orientamento verso la GDO si è registrato infatti un passaggio ai negozi di vicinato che ha registrato un positivo incremento (+30,7%) ascrivibile anche alla sospensione temporanea delle attività del commercio ambulante (mercati rionali -15,6% nel semestre). Buone sono state le performance delle carni e dei suoi preparati, del settore ittico e dell’ortofrutta. Diverso il discorso per la panificazione che ha risentito di diversi fattori negativi. In questo I semestre 2020 la spesa per il comparto dei derivati dei cereali cresce dell’5%, mentre nello stesso periodo dello scorso anno la variazione era del -0.5%. A trainare la spesa è stata l’impennata delle vendite dei derivati dai cereali del mese di marzo. L’obbligo ad un maggior numero di “pasti in casa” ha spinto anche le vendite di pasta e riso, che segnano incrementi del 12% e del 16% in valore, dopo aver toccato punte del +50% nelle settimane a cavallo tra febbraio e marzo. Molto bene anche le pizze pronte, per lo più afferenti al reparto surgelati, che nel semestre hanno incrementato le vendite del 19%, arrivando a pesare più di riso e farine, con un peso sul fatturato del comparto del 8%. In linea con gli incrementi generali le vendite di prodotti per la prima colazione (+7,9%). Per la panificazione, i cambiamenti indotti dall’emergenza sanitaria hanno determinato performance negative così per il pane e i sostituti del pane che perdono un 3,6%, per le merendine (-0.4%), e per i dolci ricorrenza -21,8%. Accentuando sensibilmente la dinamica flessiva in atto da molti anni, dopo il calo annuo del 3,5% in volume e del 2,0% in valore registrato nel 2019, gli acquisti domestici del pane sfuso nei primi sei mesi del 2020 la flessione è stata decisamente più marcata e pari all’11,2% sia in volume sia in valore. La diffusione del Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento dei contagi hanno determinato la netta contrazione della domanda finale di pane dovuta al fatto che le persone hanno optato per la produzione domestica, testimoniata dall’impennata dei consumi di farina e derivati. Con particolare riferimento al pane sfuso e ai prodotti da forno, ha pesato anche la chiusura del canale Horeca. I dati di cui disponiamo sinora indicano che la spesa delle famiglie, a quattro mesi dalla “riapertura”, non ha ancora ripreso un sentiero ben definito di recupero. L’incertezza aumenta la propensione al risparmio; la crisi si è trasformata in una flessione consistente dei redditi da lavoro, con riduzioni del -11,3% per i dipendenti del settore privato e del -13,4% per gli autonomi. In questo scenario l’orizzonte per i negozi tradizionali è preoccupante e l’auspicio è quello di un superamento dello smart working.
Sull’organismo interprofessionale delle carni bovine si registra una fase di fermo istituzionale che non si riesce a sbloccare, nonostante la composizione dell’Oicb sia l’unica ad oggi effettivamente rappresentativa di tutta la filiera presente nel panorama imprenditoriale e associativo del settore in Italia, in quanto rappresenta la produzione zootecnica, la trasformazione industriale, la commercializzazione all’ingrosso e al minuto, l’industria mangimistica e la lavorazione degli scarti della macellazione e della macelleria, in altre parole il ciclo completo. Ma al Mipaf la parola filiera forse significa altro. Su questo punto l’organismo dirigente dell’Oicb farà il punto sulle iniziative da intraprendere a tutti i livelli.
Sulla vendita diretta da parte degli agricoltori di prodotti ortofrutticoli si è nuovamente chiesto ai Ministeri competenti una parità di condizioni fiscali e normative per la corretta concorrenza chiarendo che in assenza di risposte gli operatori del settore si metteranno nelle condizioni di essere riconosciuti come agricoltori e di dar seguito alle loro attività come vendita diretta dei prodotti del fondo, visto che su questa fattispecie non v’è una regolamentazione adeguata e tanto meno una sorveglianza degna di questo nome.
Sul settore ittico, è stato deliberato di dar seguito all’impegno di sostenere la conoscenza nella gestione del prodotto ittico nella gestione domestica tramite studi o pubblicazioni adeguate allo scopo.
Sul corso di specializzazione sulla sicurezza alimentare, ricordiamo che dopo i primi “diplomati” che hanno conseguito l’attestato di superamento del corso universitario, è tutto pronto per la ripartenza dell’anno accademico 2020-21: rammentiamo che il corso mira a fornire un percorso di formazione rivolto sia ai responsabili alla Sicurezza alimentare e ai relativi servizi alle imprese della vendita, produzione e territoriali addetti somministrazione di alimenti e bevande, sia a tutti gli imprenditori delle aziende che operano nel settore della distribuzione, ristorazione e preparazione alimentare e a tutti gli operatori associati e non che vogliono apportare un valore aggiunto alla propria attività imprenditoriale. In più, alla luce della recente emergenza da Covid-19, gli organizzatori scientifici hanno varato l’implementazione nel piano di studi di lezioni teorico pratiche finalizzate alla gestione delle imprese nella fase di crisi da Coronavirus. L’iniziativa di formazione congiunta tra UnitelmaSapienza, Confesercenti e ClioEdu è frutto di un lungo lavoro preparatorio volto ad individuare i bisogni delle aziende ed è volta a conferire maggior preparazione culturale e tecnica in termini di qualificazione dei servizi erogati. E’ del tutto evidente che tale iniziativa assume ancora maggior rilievo in presenza della più drammatica pandemia della storia contemporanea, aggiornando le competenze in materia di corretta prassi igienico sanitaria delle misure nei manuali HACCP.
L’invito pertanto rivolto a tutti gli associati e ai funzionari territoriali è di iscriversi al corso tramite il sito https://corsospecializzazione.masteralimentazione.eu/.