Nello specifico: supermarket, supermercati, gastronomie e alimentari, macellerie, pescherie, frutterie, panifici, laboratori artigiani alimentari, pizze a taglio, enoteche
In relazione alla grave emergenza sanitaria che sta attraversando il paese e alla auspicata road map di riapertura, il settore alimentare ha già sperimentato le misure di sicurezza imposte dalle autorità, garantendo il servizio di rifornimento alimentare delle famiglie nella fase più acuta della pandemia, attuando le misure igienico-sanitarie espressamente raccomandate:
- lavarsi spesso le mani, mettendo a disposizione soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani degli addetti;
- evitare il contatto ravvicinato con le persone, installando paratie di plexiglass;
- evitare abbracci e strette di mano;
- mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro;
- non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
- pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
Tali misure sono state implementate all’interno della corretta prassi igienico sanitaria delle attività di vendita e di preparazione e produzione di prodotti alimentari.
Ciò premesso, si ritiene, in previsione della riapertura del paese, innanzitutto che le misure sanitarie di mantenimento della prevenzione di nuovi contagi e di contrasto alla diffusione, per l’avvio della cosiddetta fase due, debbano tenere conto sia delle dimensioni delle imprese, in termini di addetti, sia delle reali condizioni edilizie/architettoniche degli edifici, ad esempio nei piccoli centri e nei centri storici, per evitare che si frappongano condizioni strutturali di impossibile realizzazione penalizzando il tessuto delle pmi commerciali che svolgono un imprescindibile servizio di vicinato, che è stato, ed è, tanto utile e fruibile nella fase emergenziale quanto necessario nella fase due della ripresa e dell’auspicato rientro nella normalità.
Mai come in questa emergenza è stato evidente l’importanza della pluralità delle formule commerciali e della democrazia economica, con le PMI chiamate ad assolvere un ruolo primario nell’espletamento del servizio di rifornimento alimentare alle famiglie, soprattutto nelle aree di maggior disagio insediativo.
Gli interventi finalizzati alla implementazione delle misure sanitarie per la ripartenza del paese debbono fare riferimento, dunque, ai principi di precauzione, di gradualità e di proporzionalità
Per Fiesa le condizioni operative che hanno garantito la funzionalità degli esercizi commerciali nella fase più dura dell’emergenza andrebbero sistematizzate, ma non appesantite da ulteriori oneri strutturali e/o di procedure con conseguenti nuovo costi per le imprese.
Si pone infatti un problema di utilizzo e implementazione per i piccoli esercizi a conduzione familiare e/o a ridotto numero di addetti che potrebbe gravare di ulteriori oneri amministrativi ed economici le imprese sia in termini di maggiori costi che di oneri gestionali.
In questo senso le misure previste dall’allegato 5 del DPCM del 10 aprile 2020 sono sufficientemente in grado di accompagnare, con le dovute precisazioni, le piccole e medie imprese verso la riapertura del paese implementandole sul territorio, valorizzando il ruolo del titolare d’impresa quale responsabile della sicurezza e della pulizia dei locali, esattamente come fatto finora, senza interventi esterni ed altri costi a carico dell’azienda. Occorre evitare che alcune misure di buon senso, come la corretta pulizia igienica dei locali, si trasformino in nuovi carichi economici per le PMI, che sarebbero insostenibili per i negozi di vicinato, oltre ad essere illogici e sproporzionati allo scopo. In questa direzione va considerato che in piena emergenza le stesse attività commerciali hanno assolto l’esigenza di contrastare il virus, nel pieno della sua virulenza, ricorrendo alla prassi delle corrette pulizie igieniche e sanitarie già ricomprese nelle pratiche certificate dell’Haccp regolarmente tenuto dalle imprese alimentari a disposizione delle autorità sanitarie.
Al contempo deve crescere la cultura della partecipazione dei cittadini-consumatori alla vita civile ed economica del paese, stabilendo normativamente l’uso delle mascherine nelle funzioni sia pubbliche che private, come quelle destinate alle pratiche di acquisto di beni e prodotti e servizi, questo con l’evidente scopo di non scaricare tutti gli oneri sulle PMI.
Nella fase di ripartenza, ancorché da definire, laddove riapra, in concomitanza con il riavvio dei servizi somministrazione di alimenti e bevande, anche la consumazione sul posto negli esercizi di vicinato alimentare, sarebbero pronti a farlo. Anche in questo caso le attività commerciali si atterranno alle norme comportamentali necessarie a garantire il servizio in tutta sicurezza, ossia:
- mantenimento costante del distanziamento interpersonale;
- garanzia di pulizia e igiene ambientale frequente ed in funzione dell’orario di apertura;
- garanzia di adeguato ricambio d’aria;
- ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, detti sistemi saranno resi disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento;
- utilizzo di DPI;
- uso dei guanti “usa e getta” nelle attività;
- accessi regolamentati e scaglionati garantendo:
a) l’ampliamento delle fasce orarie;
b) l’ingresso di una persona alla volta;
c) differenziazione, ove possibile, dei percorsi di entrata e di uscita. - Cartello informativo per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata;
- distanziamento di 1 metro tra le sedute per i clienti che accedono al servizio di consumazione sul posto;
- cartellonistica nelle aree comuni sul rispetto delle misure di distanziamento e di igiene.
Sulle misure di cui all’allegato 5 si chiede maggiore elasticità rispetto al rapporto mq/persone, anche in ragione della presenza degli addetti, tenuto conto della ridotta dimensione degli esercizi di vicinato e la ricomprensione delle misure di sicurezza e igiene all’interno del quadro normativo di riferimento, già in vigore in materia igienico-sanitaria, senza ulteriori oneri.
Fiesa Confesercenti per agevolare la fase della ripartenza chiede la moratoria fiscale per tutto il 2020 e il mantenimento delle misure di sostegno fin qui varate fino al completo superamento dell’emergenza.