Novel Food, Presidenza Fiesa: netta contrarietà alla commercializzazione di farina di grillo. E’ in atto un’aggressione al patrimonio agroalimentare italiano ed europeo per imporre cibi globali. Necessaria una corretta informazione ai consumatori
Si è svolta il 9 febbraio us la Presidenza nazionale Fiesa che ha discusso numerosi punti all’odg.
Alla riunione di Presidenza ha partecipato il prof. Agostino Macrì, già dirigente dell’Istituto superiore di Sanità, che è intervenuto sul tema del novel Food .
Ha introdotto i lavori Gaetano Pergamo, Coordinatore nazionale di Fiesa Confesercenti, che su questo tema del Regolamento UE 5/23, riguardante l’immissione in commercio di prodotti alimentari a base di proteine di grillo ( Acheta domesticus), sotto forma di farina in polvere parzialmente scremata, ha incrociato tre profili diversi della discussione che confluiscono in un dibattito volutamente confuso. Si mettono insieme gli aspetti della sicurezza sanitaria con quelli del gusto del consumatore e della cultura alimentare dei paesi coinvolti e della necessaria informazione. Nel caso dell’Italia non si può mettere sullo stesso piano la qualità agro alimentare delle produzioni nazionali d’eccellenza, frutto del lavoro di affinamento di secoli, con le produzioni del novel Food; prodotti a denominazioni protette e controllate, che sono il vero made in Italy agroalimentare certificato, con storie centenarie, con le ultime novità della ricerca dell’industria alimentare internazionale. Ci sono patrimoni e conoscenze alimentari connaturate alla storia stessa del paese che rischiano di essere compromesse. Altra questione è l’aspetto meramente sanitario, valutato dagli esperti e scienziati dell’Efsa, su cui non c’è nulla da eccepire. Ma è altrettanto necessario garantire i profili della corretta e chiara informazione ai consumatori sugli ingredienti degli alimenti senza il ricorso a locuzioni scientifiche utili a confondere e l’esigenza di tutelare il patrimonio storico economico e sociale del nostro made in Italy.
Il Coordinatore ha quindi passato la parola al Presidente Erasmi, che ha ulteriormente evidenziati i profili del confronto in atto in Italia e in Europa, passando a considerare che il legislatore ,italiano ed europeo, dovrebbe ben comprendere che oltre alle considerazioni squisitamente scientifiche, di laboratorio, svolte nel procedimento di ammissione, andrebbero valutati, ed attentamente, i profili economici che sottendono le nuove produzioni, potenzialmente suscettibili di spostare l’asse produttivo alimentare in un mercato ricco come quello europeo ed occidentale, con ripercussioni negative sui livelli occupazionali.
E’ quindi intervenuto il prof. Macrì. Nel suo intervento Macrì ha evidenziato che il regolamento europeo disciplina le modalità di immissione nel mercato europeo del novel food e delle farine di grillo oggi all’attenzione dell’opinione pubblica; ha ripercorso l’istruttoria e la preparazione degli studi che sono stati valutati dall’ EFSA che ha trasmesso il suo favorevole parere alla Commissione europea che sentito il parere di comitati di esperti nazionali ha poi assunto la decisione contenuta nel Regolamento 5/23. Il Prof Macrì ha specificato che alla base delle valutazioni ci sono considerazioni esclusivamente di carattere scientifico attinente la sicurezza del Novel Food, e in questo caso della farina di grillo, le qualità organolettiche, i profili igienico sanitari. Il prof Macrì ha ricordato che la Commissione ha autorizzato solo questo prodotto dall’azienda vietnamita Cricket One, unico soggetto autorizzato a immettere la farina di grilli sul mercato dell’UE e non la farina di grillo in generale. In questo senso, solo la ditta vietnamita titolare del brevetto può farla, secondo la procedura autorizzata e al momento siamo in presenza di una diffusione estremamente limitata. E’ un perimetro abbastanza chiuso. Essa può essere impiegata nei prodotti da forno (pane biscotti crackers snack pasta secca pizza….) ma anche prodotti a base di cioccolato e dolciumi. Il prof. Macrì ha poi evidenziato che nel mondo 2 miliardi di persone mangiano gli insetti, in vari modi, fritti, con il peperoncino, sottolineando che il costo va dai 30 a i 60 euro al kilo, quindi non propriamente economici…come questo possa combattere la fame nel mondo ovviamente resta un mistero. Per quanto riguarda le informazioni al consumatore ha ricordato che il Regolamento 1169/2011 dice che gli ingredienti devono indicare chiaramente e in modo decrescente tutti gli ingredienti. Detto ciò, in Italia si è sviluppato un dibattito un po’ forzato. Di fronte al parere dell’Efsa, la farina di grillo in oggetto dal punto di vista igienico sanitario e della sicurezza sanitaria c’è poco da dire. E’ sicura e sperimentata. Altra cosa è la questione del gradimento, della cultura alimentare, della coerenza con la storia agroalimentare di un paese. Su questo ognuno scelga secondo la sua propensione, ma non c’entra nulla la sicurezza. La cosa importante è garantire l’informazione al consumatore che deve essere messo nelle condizioni di scegliere in modo informato e consapevole. Allo stesso modo, la carne sintetica è figlia di un processo di produzione di proteine a base di carne, con un procedimento ultra processato. Ad oggi si registrano circa 15 impianti produttivi operanti nel mondo, e già venduta in alcune aree del mondo. A fronte di questo ci sono gli animalisti che sono contenti, ma questo crea problemi enormi alla zootecnia di qualità come quella italiana, all’agricoltura, ai pascoli e ai territori rurali con il rischio enorme di abbandono delle terre. Occorre saper trovare – ha concluso il Prof. Macrì – il giusto equilibrio tra tutele ambientali con pratiche corrette di gestione degli allevamenti e qualità e quantità delle produzioni zootecniche.
Gli esponenti della Presidenza Fiesa (Trombini, Durante, Ruccolo, Poggi, Rossoni, Pagnoni, Angelotti, Pellegrino, Pasin ed altri) esponenti della più genuina cultura agro alimentare tipica e di qualità, hanno evidenziato la loro netta contrarietà ad immettere in commercio prodotti contenenti farina di grillo.
Per gli operatori Fiesa, anche se l’alimentazione è in cammino da sempre, con novità e incroci e innesti che non sono certo una novità, il salto segnato con l’orientamento culturale verso l’alimentazione proteica indica nuovi scenari alimentari. Processo avviato con la demonizzazione dei carboidrati messi sotto accusa strumentalmente. Il punto per essi è che la distribuzione è a disposizione del consumatore e della domanda. E se dovesse farsi strada questa nuova moda alimentare sarebbe un problema enorme. Occorre perciò una grande mobilitazione culturale a difesa delle peculiarità enogastronomica del paese. Ogni giorno si cambia. Dalla prima colazione della nonna a quella attuale. In 50 anni è cambiato tutto. Prima per i professionisti di Fiesa occorre fare la battaglia per salvaguardare il nostro grano, le nostre carni, i nostri vegetali e poi si vedrà. Per loro è una battaglia che vincerà la comunicazione e il marketing. Deciderà il mercato. Che però deve essere messo nelle condizioni di decidere in modo informato, senza ricorrere a locuzioni fuorvianti. Non è un problema sanitario ma politico, culturale e commerciale. In questo senso segnalano con preoccupazione l’orientamento manifestato dalla UE sulla possibilità di commercializzare a breve anche la carne sintetica. Alle Associazioni di categoria è rimessa una grande battaglia a difesa del patrimonio agricolo e alimentare italiano sapendo che le ragioni dell’ambientalismo puro debbono essere valorizzate, evitando sociologismi che non hanno nulla a che fare con le scelte dei consumatori e della bontà dei nostri cibi o con la neo scienza del Novel Food. Dietro queste innovazioni – denunciano – ci sono i grandi gruppi della Finanza internazionale che attaccano le produzioni nazionali e locali per imporre cibi globali. E l’UE per la sua architettura istituzionale non è in grado di rappresentare la grande democrazia economica che esprime il vecchio continente. Le grandi Confederazioni debbono far sentire la loro voce. Al tempo stesso deve crescere la cultura del consumo sapendo che un buon cibo ha un costo di produzione giusto e non può essere banalizzato come il vino in cartone. Gli operatori hanno annunciato l’intenzione di mettere fuori dei cartelli con il loro No ai cibi sintetici e alle farine di insetti.
La Presidenza ha ringraziato il Prof. Macrì per l’importante contributo portato al dibattito della Federazione e passato agli altri punti all’odg demandando ai Presidenti di categoria l’elaborazione del piano di lavoro 2023, confermando alla delegazione Assopanificatori la piena fiducia per il rinnovo del CCNL e la gestione delle criticità riscontrate negli organismi bilaterali di Ebipan e Fonsap. La Presidenza ha incoraggiato Assomacellai alla costituzione di un organismo di tutela delle carni ovicaprine, a finalizzare gli sviluppi dell’OICB verso una maggiore integrazione del settore bovino e a ricercare nuove intese con Assograssi per la gestione degli scarti di macelleria. Molto apprezzato l’impegno di Fiesa al tavolo del Ministero della Salute aperto dal Ministro Schillaci e tenuto dal Sottosegretario Gemmato per l’apertura dei canali di commercializzazione con la Cina anche per le carni equine e ovicaprine oltre che per quelle bovine e suinicole.
La Presidenza ha poi dato il proprio parere favorevole per la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con la BMTI per la valorizzazione dei prodotti lattiero caseari d’intesa con il Ministero delle politiche agricole e di un piano straordinario per la digitalizzazione delle PMI alimentari e valutato positivamente l’idea del Governo Meloni di ripristinare in modo rinnovato la social card, dando mandato alla Giunta nazionale di valutarne le condizioni e le opportunità.
Infine, la Presidenza ha riconfermato gli impegni organizzativi della Federazione a supporto delle attività e delle iniziative territoriali.