Alleggerimento della pressione fiscale e cedolare secca per taglio alle spese di locazione
La riunione di Presidenza nazionale riunitasi il 27 maggio scorso a Roma ha discusso della ripartenza e delle misure fiscali e finanziarie del Governo; dell’andamento dei consumi alimentari con la riapertura di tutte le attività; della consumazione sul posto nella fase della ripartenza; della sicurezza nei pv alimentari con le problematicità da segnalare relativi ai protocolli sanitari anti covid-19; della dinamica dei prezzi nella filiera e della collaborazione con il Comando Carabinieri tutela Agroalimentare del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Introducendo i lavori sugli interventi varati dal Governo, il coordinatore Fiesa Gaetano Pergamo, ha ricordato le diverse misure introdotte in ambito fiscale dai Decreti Cura Italia e Liquidità e da ultimo dal D.L. n. 34/2020, “Decreto Rilancio”. Si è ricordata la misura “Contributo a fondo perduto” che è in attesa di regolamentazione con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate; quella delle disposizioni sui crediti di imposta in tema di agevolazioni per gli affitti commerciali, nella misura del 60%; del credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro del 60% delle spese sostenute; del credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro, nella misura del 60% delle spese sostenute per favorire l’adozione delle misure necessarie a contenere e contrastare la diffusione del Covid-19; delle disposizioni in materia di versamento dell’IRAP; della riduzione degli oneri delle bollette elettriche per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020; della proroga al 1° gennaio 2021 per l’avvio delle disposizioni collegate alla c.d. “lotteria dei corrispettivi”. Sul fronte finanziario è stata ricordato la misura della sospensione del pagamento delle rate dei mutui e della non revocabilità delle linee di credito a breve a termine; le linee di credito assistite dalla garanzia pubblica dei 25 mila euro e quelle differenziate per fatturati inferiori o superiori ai 3,2 milioni e di rinegoziazione del debito nel senso di consolidamento a breve termine; dei contributi economici a fondo perduto a seconda dei diversi fatturati delle aziende. Sulle misure fiscali e finanziarie le Confesercenti locali e le strutture tecniche possono supportare validamente le aziende nella scelta degli strumenti e nella loro piena attuazione.
Il Presidente Gianpaolo Angelotti aprendo il dibattito ha sottolineato l’estrema difficoltà delle imprese alimentari che hanno attraversato la lunga fase del lockdown del paese garantendo servizi e beni di prima necessità alla popolazione in una situazione di grande precarietà. Con la ripartenza e la ripresa della mobilità dei cittadini le vendite delle imprese alimentari di vicinato dovrebbero tornare ai livelli precrisi. Angelotti pur apprezzando gli sforzi compiuti dal Governo nel cercare di mettere a disposizione del paese strumenti e risorse finanziarie ne ha sottolineato l’estrema burocratizzazione e ha sollecitato misure di valorizzazione degli esercizi di vicinato ricordando che questi hanno garantito i servizi primari al paese, costituendo una rete capillare e diffusa sul territorio che va salvaguardata con misure dedicate sul fronte fiscale. Senza questa rete di protezione il paese, costretto a stare in casa, avrebbe avuto seri problemi di rifornimento alimentare. A fronte di questa considerazione occorre tenere il paese in sicurezza con una rete di esercizi commerciali di vicinato alimentare che rappresenta di fatto servizi essenziali e come tali tutelati da una politica fiscale, nazionale e locale, dedicata. Più ancora di contributi, i piccoli esercizi hanno bisogno di una fiscalità agevolata in ragione della propria dimensione e della propria mission di mercato.
Nei singoli settori, Davide Trombini, Presidente di Assopanificatori, ha illustrato l’andamento del comparto della panificazione, che anche nel periodo di chiusura totale delle attività aveva segnalato cali di fatturato intorno al 30%, che continua il ciclo di calo delle vendite, dovuto ad una perdurante preoccupazione dei consumatori e al prolungamento delle indicazioni del lavoro a distanza. Il paese stenta a rimettersi in moto, ad eccezione del mondo giovanile, e questo pesa sulle attività della panificazione e della consumazione sul posto. In più i mesi di maggio e giugno sono poco significativi dal punto di vista della dinamica della spesa in quanto rappresentano mesi di programmazione delle vacanze. A questo devono aggiungersi le forti difficoltà frapposte dal mondo bancario nell’erogare le misure messe a disposizione dal Governo, che di fatto rallentano la ripartenza delle imprese.
Nell’ortofrutta, Daniele Mariani, Presidente Assofrutterie, ha tracciato un quadro di ritorno graduale alla normalità, confermando la buona tenuta degli esercizi di vicinato nella fase di chiusura delle attività. La prima parte della ripartenza non segnala cambiamenti significativi nelle abitudini dei consumatori che hanno riscoperto gli esercizi di vicinato, apprezzando la comodità del prodotto fresco sotto casa; c’è però da attendersi che con il ripristino della libera circolazione tra regioni e il graduale ritorno alla normalità si registrerà anche un rientro nella tradizionale dinamica delle vendite, con significative perdite di quote di consumo verso la grande distribuzione e verso la vendita diretta. Verso quest’ultima forma di vendita, Mariani ha ancora una volta segnalato la necessità di una regolamentazione che stabilisca regole uguali per tutti, sia nell’etichettatura dei prodotti – ricordando che nelle aziende agricole non si vendono solo prodotti del proprio fondo-sia nel regime fiscale connesso alla vendita, con grave pregiudizio economico e concorrenziale, chiedendo una iniziativa su questo fronte.
Nelle Pescherie, il Presidente Assoittici Raffaele Viggiani, ha tracciato un quadro di sostanziale conferma della buona tenuta degli esercizi, ad eccezioni di quelli lungo le coste e delle località turistiche che hanno sofferto e soffrono la mancanza di turismo. Il settore sta tornando alla normalità della tendenza dei consumi non segnalando particolari tensioni sui prezzi. Su questo aspetto vanno respinte le critiche di talune Associazioni dei consumatori che hanno parlato di aumenti sui prodotti alimentari denunciando cose inesistenti, dimenticando che i prodotti venduti nei negozi sono trasformati e soggetti a processi molteplici di gestione che implicano una catena di lavorazione costosa ed esterna alla filiera commerciale. Il punto, per Viggiani, è che occorrerebbe una riforma fiscale più attenta al ruolo degli esercizi di vicinato, alla loro valenza sociale e un maggior contrasto alla concorrenza sleale che viene attuata da varie forme di attività, a partire dalla regolamentazione delle vendite dirette.
Sulle carni, il Vice Presidente Assomacellai Luigi Frascà, ha detto che il comparto vendita ha lavorato con buoni livelli di domanda, operando su tutte le tipologie di carni, dove la qualità e i prezzi hanno garantito una buona soddisfazione per la clientela. Ad oggi comincia a delinearsi una trasformazione dei consumi, iniziata con la lenta riapertura del paese, rispetto al periodo di lockdown. Tale dinamica presuppone che continuerà il processo di rientro nella tradizionale divisione della spesa verso i diversi canali distributivi. Si conferma una buona tenuta della spesa a domicilio e dei prodotti preparati. Sul fronte dei prezzi al momento sono sostanzialmente stabili.
Sulle produzioni di laboratori artigianali alimentari di vicinato, Elisabetta Secchi, Presidente di Alva, ha evidenziato la forte crisi degli esercizi costretti alla chiusura in tutta la prima fase della pandemia con i costi di gestione incomprimibili a partire da quelli degli affitti. Molto alti nei centri storici. La ripartenza è stata difficile, solo in minima parte alleviata dalle consegne a domicilio. Al momento nei centri storici, si registrano poche aperture per assenza di turisti, mentre nelle altre zone le attività lavorano a ritmo assai ridotto. Rispetto alle misure varate dal Governo ha lamentato la mancanza di risposte del sistema bancario, che antepone le proprie esigenze a quelle delle imprese, creando ostacoli alle riaperture, mentre sulla Cassa integrazione ha denunciato la posizione del Fondo Artigiano FSBA che per erogarla pretende l’iscrizione al Fondo stesso e il pagamento di tre annualità, un vero e proprio abuso denunciato da Fiesa Confesercenti e condannato dal TAR del Lazio a cui alcuni operatori avevano fatto ricorso. Sul punto si chiede un nuovo intervento verso la Ministra Catalfo per ristabilire la correttezza dell’erogazione della misura senza alcuna pretesa da parte di FSBA chiamata a gestire fondi pubblici.
Il dibattito seguito ha segnalato la preoccupazione delle imprese per la ripresa dell’economia e della domanda interna, sollecitando quelle misure capaci di ridare vitalità al sistema imprenditoriale, vero centro propulsivo del paese. Le imprese alimentari hanno continuato ad operare garantendo i protocolli di sicurezza varati dalle autorità sanitarie, dai DPI per il personale di vendita al distanziamento sociale garantito dalla segnaletica interna alle aziende, ai dispositivi di igienizzazione delle mani ai guanti monouso per la scelta dei prodotti, alle barriere di plexiglass alle casse. Con la riapertura delle attività di consumazione sul posto tali protocolli sono stati implementati sulla base delle indicazioni regionali.
La Presidenza ha salutato con soddisfazione la nuova legge regionale del Molise sulla panificazione; ha accolto di buon grado l’invito del comando carabinieri del Ministero delle Politiche agricole forestali e dell’alimentazione alla collaborazione per la tutela della qualità agroalimentare dando la piena disponibilità a forme di azioni che si intendano attuare. Gli intervenuti hanno chiesto a Confesercenti un maggior coinvolgimento delle categorie nei momenti negoziali e denunciato i forti ritardi nell’erogazione delle misure di welfare come la cassa integrazione e di apertura del credito, denunciando i comportamenti delle banche che prima di erogare prestiti vanno a compensare le partite in essere con le aziende, chiedendo nuove garanzie, violando di fatto il senso stesso dell’intervento varato dal Governo. Sulla questione della sospensione e dei rinvii dei pagamenti gli interventi hanno sottolineato che le imprese avranno difficoltà nel saldare i conti, in quanto mancheranno all’appello gli incassi di mesi di inattività. Da questo punto di vista, sarebbe invece auspicabile un intervento di azzeramento delle tasse per il periodo di lockdown e di una cedolare secca a favore dei proprietari dei locali commerciali che riducono significativamente il peso dei canoni riferiti sia ai mesi di chiusura che alla perdita di fatturato.