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Fiesa in lutto per la morte di Nicola Caggiano

È venuto a mancare ieri all’affetto dei suoi cari e a tutto il mondo Confesercenti Nicola Caggiano

Per Fiesa è una perdita incolmabile. Con lui se ne va un uomo di grande generosità e disponibilità, ma soprattutto di grande spessore culturale e professionale.

Negli ultimi tempi la grave malattia che lo ha portato via gli aveva impedito la consueta assidua partecipazione ai lavori della nostra Federazione.  Ma non gli aveva impedito di lasciarci quello che è il suo patrimonio di conoscenza e sensibilità: un bel libro che ripercorre la storia di uno dei prodotti simboli del Made in Italy agroalimentare, il pane. Un prodotto che si identifica con la sua amatissima città natale.

Ci piace ricordarlo con un piccolo commento al suo bel libro, che porta la prefazione del Prof Corrado Barberis.

Il romanzo del pane è il titolo del bel lavoro di Nicola Caggiano.

Si può dire subito che rappresenta bene il suo percorso culturale e il suo impegno associativo per la tutela e lo sviluppo dell’agroalimentare. Un punto di incontro accademico e professionale che si realizza, ma non si esaurisce, nell’amore per il proprio territorio: Altamura e il suo prodotto principe, il pane. E sullo sfondo la Murgia e più in generale la Puglia. Con il suo libro Caggiano ha calato uno sguardo di studioso attento e sensibile sul panorama produttivo territoriale, forte di una conoscenza nazionale del settore che gli derivava dalla partecipazione trentennale ai lavori della Federazione italiana del settore alimentare, la Fiesa di Confesercenti e alla sua verticale Assopanificatori.

In ambito Fiesa Nicola Caggiano ha maturato non solo competenze tecnico legislative essenziali al lavoro di supporto alle imprese ma anche,  come si evince da questo testo, un’ampia conoscenza delle problematiche di mercato delle imprese agroalimentari e, dunque, del sistema produttivo e distributivo. A cominciare dal pane.

Una maturazione nazionale, italiana, dove Italia sta a Made in Italy, ossia una vetrina di eccellenze enogastronomiche assolute, avvenuta con una frequentazione assidua delle migliori esperienze professionali degli specialisti dell’alimentazione al dettaglio e dei più valenti artigiani. Con essi si è sviluppato nel tempo un dialogo fecondo, di scambio, di esperienza, di vita vissuta e di saperi manuali impressi, immortalati, nei prodotti tipici e a denominazione protetta. Una cultura del prodotto alimentare che si è confrontata, con dibattiti e conferenze, nelle principali fiere italiane: da Eurocarni, a Vinitaly, a Fiera Agricola di Verona, dal Cibus al Salone del Gusto, sino alla manifestazione espositiva di ExpoMurgia, fortemente voluta e realizzata ad Altamura.

La tipicità, la composizione merceologica, le peculiarità produttive, le dinamiche concorrenziali, i posizionamenti competitivi in un territorio altamente vocato al sistema food sono sempre state le curiosità più profonde della sua ricerca. Unita agli inevitabili legami culturali e antropologici.

Altamura rappresenta con il suo pane il luogo dove, più che altrove, si è saputo coniugare il felice incontro tra antichi saperi, tradizioni e gusto dei consumatori.

Di questo enorme patrimonio siamo consapevoli e Caggiano ci ha voluto regalare il suo ultimo discorso, quasi a volerne essere il custode. E ne ha ripercorso la storia della sua Dop della pane di Altamura, e oltre la Dop, nel giardino di grano che è il territorio altamurano, tra questione meridionale e alimentazione come stile di vita, dove il pane, alimento eletto della tavola troneggia per tradizione e storia, legame diretto con la terra, frutto immediato della fatica dell’uomo fin dalla preistoria.

Il pane di Altamura finisce con essere – come Nicola Caggiano ha dimostrato- oltre ad una produzione tipica una costruzione sociale caratterizzante un intero territorio, indissolubilmente legato all’identità di uomini e luoghi.

Con il suo libro Nicola Caggiano ci ha invitato ad intraprendere un viaggio particolare tra sapori e saperi, viottoli di campagna e campi di grano, antichi mulini e forni a legna, nel profumo del pane del buon mattino, appena sfornato, che pervade le contrade della Murgia tanto amata.

Questo libro per noi è il suo testamento e il suo saluto.

Ciao Nicola, ti vogliamo bene