Bilancio positivo ma permangono preoccupazioni su immediato futuro e sulla gestione della pandemia
Le vendite di prodotti alimentari durante le festività di fine ed inizio anno nuovo (Natale, Capodanno, Epifania) hanno registrato un andamento delle vendite in crescita del 5% sullo stesso periodo del 2020 e superato quelle del 2019.
In un contesto segnato dalla perdurante pandemia, con il rischio elevato di contagio legato alla variante Omicron, i consumatori hanno confermato la scelta di trascorrere in ambito domestico le festività regalandosi prodotti tipici e consumi locali, a riconferma della voglia di comunità che continua ad essere negata dalle misure di contenimento. Questo ha comportato consumi enogastronomici in crescita, insieme alla regalistica alimentare, in un contesto di performance positive per i prodotti tipici natalizi di qualità e della gastronomia a forte impronta territoriale e artigianale.
Le feste 2021, per quanto riguarda i consumi di ortofrutta, sebbene segnate da forti aumenti dovuti al rincaro dei costi energetici, generalizzati su tutti i prodotti, confermano la positiva tendenza delle vendite in valore, con modesti decrementi di volumi. Non ci sono stati prodotti che hanno creato la differenza, e come solito gli agrumi e la frutta secca sono stati i prodotti più ricercati, rispetto ai prodotti esotici, anche se la dinamica dei prezzi ha penalizzato in volumi fagiolini, carciofi, zucchine, gravati da aumenti significativi. Cresce nel settore il ricorso alla regalistica natalizia ad impronta vegetale.
Sulle carni gli italiani hanno confermato consumi stabili e prodotti classici sulle tavole natalizie: agnelli e capponi, arrosti e bolliti, cotechini, attestandosi sul positivo andamento dello scorso anno che aveva registrato un più 18%. Anche qui la regalistica alimentare ha registrato una positiva differenza con salumi e prosciutti in primo piano.
Sulla stessa lunghezza le gastronomie che hanno avuto vendite leggermente superiori a quelle del 2020, contenute da scontrino medio influenzato dal fatto che non potendo fare grosse tavolate, si è acquistato minore prodotto. Anche qui bene la regalistica alimentare con vini e formaggi e il delivery che contrassegna sempre di più la spesa.
Bene l’ittico che in linea con il Natale scorso -che registrò un più 15%- ha segnalato la conferma della tradizione di consumare pesce nel giorno di vigilia, privilegiando il pescato locale, complice il contenimento dei prezzi nonostante gli aumenti dei costi energetici.
I prodotti di panetteria confermano la loro stratificazione con decremento nelle vendite di pane compensati da aumenti per i prodotti da forno, pizze farcite, dolci della tradizione. A fare la differenza la qualità artigianale.
“Le festività – ha detto Daniele Erasmi, Presidente nazionale della Fiesa Confesercenti – hanno confermato la buona prestazione degli esercizi di vicinato alimentare come presidio di riferimento per la ricerca della qualità e della tipicità dei prodotti, mettendo insieme territorialità e convenienza, con un leggero incremento delle vendite stimabile intorno al 5%. L’enogastronomia ha intercettato una buona parte dei consumi e della regalistica natalizia, a conferma di un periodo particolare segnato dalla perdurante pandemia e di una mobilità ridotta dei consumatori. Il settore deve essere bravo a strutturare nelle abitudini la disponibilità all’acquisto di prodotti evocativi e di qualità, di valorizzazione della tavola nei giorni deputati alle feste e alle riflessioni, oltre a mettere a valore il fatto che il cibo ha rappresentato uno dei pochi elementi di continuità nel prendersi cura di sé e della propria famiglia. Detto ciò, permangono preoccupazioni sull’ immediato futuro per l’andamento della pandemia per quanto riguarda gli aspetti che ricadono sulla gestione della forza lavoro, con ulteriori aggravi anche in termini di costo che si sommano a quelli cresciuti tre volte dei rincari energetici.”