Angelotti: si conferma la preferenza per la carne di qualità
“La carne italiana continua ad avere un buon appeal. I dati diffusi dall’Istat, riferiti al 2016, infatti, mostrano un sostanziale apprezzamento per il lavoro della filiera di qualità italiana. Va bene l’export. Nonostante le campagne di demonizzazione sul consumo di questo alimento, i dati Istat ci rincuorano. A fronte infatti di importazioni complessive in calo del 4,5%, che significano anche che sulle nostre tavole c’è sempre più carne italiana, le vendite all’estero sono cresciute del 13,8 (+0,9% le carni bovine, +27,4% le suine e +15,4% il pollame)”.
A segnalarlo è Giampaolo Angelotti, Presidente di Fiesa Assomacellai, l’Associazione di Categoria che riunisce e rappresenta gli specialisti della carne Confesercenti, che sottolinea come si tratti di “una boccata d’ossigeno per un settore che quotidianamente è soggetto non solo agli andamenti del mercato, ma anche a campagne immotivate contro il consumo di carne. Una filiera che riunisce tanti imprenditori che ogni giorno si impegnano per mettere in commercio prodotti sicuri e di qualità, vigilata da uno dei sistemi sanitari più capillari e professionali del mondo”.
“I dati Istat dimostrano – continua Angelotti – come i consumatori siano attenti e consapevoli e sappiano riconoscere il lavoro di chi fa ogni giorno il proprio dovere onestamente”.
Le cifre dell’Istituto di statistica, infatti, evidenziano che nel 2016 sono stati prodotti 3,8 milioni di tonnellate di carne,+3,9% rispetto all’anno precedente, (2,4 milioni di carni rosse +3,2%). Per le carni bovine la produzione è di circa 810 mila tonnellate (+2,7%); per i suini la cifra ammonta a 1,5 milioni di tonnellate di carne (3,5%); per gli equini le tonnellate sono 11,8 mila (+17,8%). Per quanto concerne, infine, le carni bianche si sono prodotte carni per complessivi 1,3 milioni di tonnellate (+5,5%).
“Una buona notizia – conclude il presidente di Fiesa Assomacellai – per un comparto che risente di troppi attacchi ideologici, di mode confuse a motivazioni stravaganti e opposte, ma mai di carattere seriamente salutistiche. In questo senso va ricordato che la comunità scientifica europea raccomanda il consumo moderato e variato di carni più volte a settimana. Gli italiani, a differenza di una minoranza rumorosa e chiassosa, in preda al fanatismo delle mode dietetiche, dimostrano di saper apprezzare le qualità delle carni per la normale copertura dei fabbisogni vitaminici essendo la fonte proteica più congeniale per l’uomo, ricca di ferro, zinco e vitamina B12. Il mio auspicio è che i consumatori italiani continuino nell’apprezzamento del nostro alimento principe, in quanto i preconcetti o i timori di presunte controindicazioni non hanno fondamenti scientifici. Questo rassicura anche le centinaia di migliaia di operatori economici che quotidianamente fanno il loro lavoro, lungo la filiera, dall’allevamento alla distribuzione e somministrazione, a favore della collettività, con dedizione e professionalità per un settore che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy, torni ad avere il riconoscimento che merita”.