Continuano le polemiche sull’importanza della carne nell’alimentazione umana.
Tra programmi televisivi in crisi di ascolto e articoli giornalistici tendenti allo scandalismo gratuito e senza fondamento, le mode alimentari che vanno diffondendosi tendono a mettere questo primario alimento in discussione.
Si va dai salutisti ai vegani, ai vegetariani, alle diete prive di carni ispirate da motivazioni etiche e/o religiose e filosofiche.
A queste posizioni risponde compatta la comunità scientifica.
“Chi ha scelto di non mangiarla per ragioni etiche o filosofiche dovrebbe però ricordare che per i propri figli è un alimento fondamentale” ha recentemente detto il Professor Giorgio Calabrese, Docente di Dietetica e Nutrizione Umana.
“Malgrado il fanatismo concettuale e le “mode dietetiche”, la carne è per l’uomo la fonte proteica più congeniale, per la peculiarità degli aminoacidi, per la digeribilità e per la gratificazione gastronomica – ha scritto il Prof. Eugenio Del Toma, dietologo di fama, nel suo recente libro “L’Alimentazione equilibrata”. Il Prof. Del Toma ha poi aggiunto: “Pur rispettando eventuali preclusioni di carattere religioso o la fideistica scelta vegetariana, il menù degli ospedali ha sempre proposto la carne per gli evidenti vantaggi che si possono ottenere nella copertura non soltanto degli aminoacidi indispensabili ma anche di altri nutrienti protettivi come ferro, zinco e complesso B.
Diciamo allora che dal punto di vista medico la carne è stata ed è tuttora un alimento prezioso, un naturale alleato della dietologia di ogni fase della vita, compresa la senilità, quanto il deficit muscolare (sarcopenia) testimonia le carenze del turnover proteico e quindi il declino del potere immunitario e la vulnerabilità stessa degli anziani. In particolare, va ricordata l’irrinunciabilità delle carni nell’alimentazione degli anemici o per la normale copertura dei fabbisogni di ferro, zinco e vitamina B12 non soltanto nell’età evolutiva o in chi pratica sport, ma ancor più nella malnutrizione proteico-energetica, tuttora riscontrabile nei soggetti ospedalizzati o negli anziani. La vecchia distinzione fra carni rosse e bianche ha perduto, almeno in senso nutrizionale, gran parte del suo precedente significato. Non tanto per la quota proteica, più o meno analoga, ma per la quantità e la qualità di grasso, ormai notevolmente ridotta, sia come grasso intrafascicolare sia come grasso interfascicolare.”
Ma non solo nell’età adulta è necessario nutrirsi bene.
Il Prof. Giorgio Calabrese ha recentemente affermato che: “Il bambino è una casa che cresce e ha bisogno del cemento armato per solidificare le fondamenta; significa un apporto di proteine nobili, che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e sono contenute in tutti i prodotti di origine animale comprese le uova, il latte, formaggi e prosciutti nella giusta quantità e nella giusta frequenza associandola sempre a frutta e verdura, cereali e legumi”. Il ragionamento, sostiene il Prof. Calabrese, vale anche per le mamme in gravidanza, in quanto “è l’architetto che porta nel grembo il progetto di come dovrebbe essere la casa. Per le donne incinte non c’è qualche tipo di carne in particolare da evitare o preferire alle altre. La carne è un pilastro fondamentale della dieta mediterranea che non serve solo per perdere peso ma per assicurare una longevità di qualità: contribuisce ad allungare la vita media, facilitando il raggiungimento della vecchiaia in buone condizioni, cioè non immobilizzati a letto o costretti all’invalidità”.
Il Prof. Eugenio Del Toma e il Prof. Agostino Macrì, Professore di Igiene degli Alimenti, nel citato libro “L’Alimentazione equilibrata” affermano peraltro che “L’evoluzione mangimistica e la selezione genetica hanno ridotto l’infiltrazione grassosa delle carni bovine attualmente in commercio ben al di sotto delle percentuali riportate nelle vecchie tabelle di composizione degli alimenti.”
“Inoltre – ha affermato il Presidente di Fiesa Assomacellai Gianpaolo Angelotti – nel nostro Paese il controllo della stringente normativa igienico sanitaria affidata ad un sistema che vanta 4.500 veterinari pubblici, coordinati da Ministero della Salute e Regioni, fanno si che i numerosi controlli e ispezioni svolte sul prodotto finito e sull’intera filiera, garantiscano la qualità e la sicurezza di tutti i prodotti alimentari che arrivano sulle nostre tavole. La carne poi, mi piace ricordare che la comunità scientifica concorda sul fatto che è una fonte primaria di proteine di ottima qualità, è ricca di ferro, è ricca di zinco, fornisce vitamina B12. Mi pare di poter dire che il prodotto delle nostre macellerie è essenziale nelle diete alimentari per tutte le età. Ciò che spiace e nuoce alla produzione italiana di qualità è la banalizzazione che ne ha fatto la Grande Distribuzione, con vendite grossolane e sottocosto. Questo ha generato un senso di rigetto che nulla ha a che fare con la tradizione italiana che ha sempre visto la carne con gusto e senso di prelibatezza. Ma qui le responsabilità sono tante, dai grandi produttori alla politica…”.