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DDL di contrasto agli sprechi alimentari, Fiesa: migliorare gli aspetti della defiscalizzazione locale

Con una nota ufficiale Fiesa Confesercenti ha espresso il proprio parere al Presidente della 9^ Commissione Permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato della Repubblica, Sen. Roberto Formigoni, sull’esame del Disegno di Legge n. 2290, in tema di sprechi alimentari.
Nella nota Fiesa Confesercenti, richiamando la posizione espressa nell’apposita Audizione, già svolta presso la competente Commissione della Camera dei Deputati riassunta nel documento consegnato agli atti parlamentari, ha evidenziato che rispetto all’originario testo presentato alla Camera, rileva che l’iter legislativo del provvedimento è stato notevolmente migliorato, avendo recepito anche diverse osservazioni avanzate dalla Confederazione in tema sia normativo che fiscale.
Nello specifico la nota ha segnalato positivamente l’innalzamento della soglia da 5.164 € a 15.000 per l’esonero dalla comunicazione (sia ai fini IVA che delle imposte dirette), pur evidenziando l’opportunità di superare del tutto la comunicazione, senza limitare tale possibilità ai soli beni alimentari facilmente deperibili, che andrebbero comunque meglio definiti.
Positivo risulta per Fiesa, che l’aveva richiesto, anche l’ampliamento della platea degli attori ai quali poter effettuare la donazione. Tale possibilità fornisce all’imprenditore una certa elasticità e libertà nello scegliere a quale soggetto donare, essendo evidente che la scelta può essere basata su differenti criteri logistici, territoriali o per diverse finalità sociali. Anche in tema di dichiarazione che deve fare l’Ente beneficiario a favore di ogni singola donazione si registra che diviene trimestrale. Inoltre Fiesa Confesercenti aveva richiesto la predisposizione di modalità telematiche alternative all’invio per raccomandata A/R della comunicazione registrando la positiva accoglienza di tale proposta con l’introduzione delle “modalità telematiche riepilogative della comunicazione”, con l’avviso che queste nuove modalità non costituiscano in alcun modo dei costi per le aziende donanti.
Nella nota Fiesa segnala che rimane l’osservazione, al momento non accolta, della necessità dell’eliminazione dell’obbligo di annotazione mensile sui registri IVA di natura, qualità e quantità dei beni ceduti gratuitamente e, nota dolente,la delusione della mancata soluzione trovata ai fini della TARI. Su questo punto Fiesa richiedeva un abbattimento della tariffa, l’introduzione della discriminante all’interno del calcolo della tariffa e si proponeva anche il modello già utilizzato in Francia. Nella norma, allo stato dell’iter legislativo, ci si limita a dare possibilità ai Comuni di applicare una percentuale di riduzione a fronte di donazioni. Fiesa ha evidenziato che ritiene che sia superfluo dire che si trova alquanto remota che la voce più importante di bilancio per i Comuni venga ritoccata al ribasso dagli stessi anche se per promuovere attività benefiche. Un orientamento più cogente da parte del legislatore, all’interno di una forbice definita, potrebbe agevolare ulteriormente il contrasto allo spreco alimentare, toccando un elemento di grande sensibilità per le imprese quale la tassazione rifiuti a livello locale.