CARO CARBURANTI: ASSOITTICI CONFESERCENTI, CON SCIOPERO PESCHERECCI LA CRISI SI ALLARGA ALLA FILIERA ITTICA. GOVERNO INTERVENGA SUBITO
COMUNICATO STAMPA
La protesta contro il caro carburanti e il caro energia si allarga dalle strade al mare: dopo i camionisti adesso sono i pescherecci a minacciare uno sciopero di una settimana.
“A soffrire è tutta la filiera del fresco ittico. Anche le nostre pescherie risentono delle tensioni che attraversano il comparto del pesce”. Così Raffaele Viggiani, Presidente Assoittici Confesercenti che chiede al Governo di intervenire. “Taglio delle accise, sterilizzazione dell’iva, credito d’imposta per far fronte agli enormi aumenti di benzina e gasolio da una parte e di luce e gas dall’altra, sono azioni che si rendono necessarie. Il caro bollette e il caro carburante sono questioni che attengono tutte le categorie della filiera: della logistica alle imprese produttive e della distribuzione. Il Governo non può intervenire per singoli settori, serve un’azione organica di contenimento degli aumenti che, presumibilmente, continueranno nelle prossime settimane”.
“Le nostre pescherie – conclude Viggiani – sono esposte sul fronte energetico perché hanno bisogno di elettricità per alimentare la catena del fresco, ma soprattutto hanno bisogno di prodotto fresco. La mancanza di pesce, conseguente allo sciopero dei pescherecci, ci getta in una situazione di grave crisi e non ci consente di affrontare i costi fissi. Esprimiamo grande solidarietà ai pescatori: per questo torniamo a chiedere al Governo un intervento quadro per sostenere la filiera, tutta. Sull’energia è necessario mettere un tetto a carburanti, luce e gas. Nessuna impresa è in grado di sopportare, da sola, il raddoppio dei costi fissi. Ogni ulteriore attesa, da parte dell’Esecutivo, spingerà il nostro comparto, come altri, in una crisi profonda, perché i costi superano i ricavi e noi non possiamo resistere a lungo”.