Decreto e manuale operativo anagrafe equidi
Una delegazione di Fiesa Confesercenti composta dal presidente del Gruppo italiano carni equine, Mario Rossoni, accompagnato dal Direttore Fiesa Gaetano Pergamo e dall’avv. Alessandro Tatafiore, dell’ufficio legislativo confederale ha incontrato i referenti del Ministero della Salute responsabili del procedimento di elaborazione del decreto, Dr. Marco Ianniello e Dr. Luigi Ruocco, in riferimento alle bozze del nuovo decreto sulla anagrafe degli equini ed il relativo manuale applicativo.
La delegazione ha premesso che la nuova legislazione ed il riordino della anagrafe equina debbano necessariamente, tra gli altri, tenere in considerazione i seguenti obiettivi:
- dematerializzazione
- semplificazione
- riduzione dei costi
- miglioramento delle garanzie sanitarie per gli operatori e i consumatori
- incremento delle efficacia dei controlli sulla filiera
A questi criteri deve ispirarsi un intervento finalizzato alla salvaguardia del patrimonio equino “agricolo” destinato anche alla produzione di alimenti per l’uomo oggi in grande difficoltà, per non perdere il patrimonio storico, culturale, produttivo, genetico, ambientale legato alla filiera equina agricola. Per fare ciò occorre costruire dei meccanismi di controllo che, seppur molto stringenti, non penalizzino gli allevatori e gli operatori.
La delegazione Fiesa Confesercenti ha evidenziato da una parte la positiva realizzazione dell’anagrafe unica a cui l’Associazione attribuisce grande significato e dall’altra l’obiettivo del passaporto unico nazionale verso cui devono tendere gli sforzi di razionalizzazione del settore.
Per Fiesa Confesercenti sono due risultati assolutamente di rilievo per il settore equino nazionale.
Ciò detto, la delegazione ha segnalato le diverse criticità che generano limiti e perplessità, ravvisati nella bozza di decreto. I rappresentanti di categoria hanno segnalato l’opportunità di lasciare al proprietario/allevatore la facoltà di fare inserire in BDN-E i propri soggetti in via preliminare alle ASL, pur comprendendo le attuali difficoltà, evidenziando esigenze di carattere sanitario in ordine alla corretta tracciabilità dei prodotti. Da questo punto di vista, l’assegnazione in via esclusiva alle ASL, o tramite personale proprio o tramite liberi professionisti appositamente formati ed incaricati, della prima identificazione alla nascita dei vari soggetti ed il relativo successivo inserimento in BND-E sarebbe più lineare e di impatto. Ciò non toglierebbe la possibilità, in un secondo momento, ed a discrezione del proprietario, per i soggetti dotati dei necessari requisiti, che venga attivata la registrazione “genealogica “in funzione degli standard di razza. Tale successiva registrazione partirebbe dalla base dei primi dati inseriti, limitati a pochi elementi descrittivi (trasponder, data di nascita, razza, sesso, mantello, taglia ecc.) e potrebbe essere integrata con elementi di natura genealogica o morfo funzionale o di altra natura in un secondo momento.
La delegazione ha poi segnalato la criticità relativa al sistema “semplificato” riservato ai soggetti entro 12 mesi tramite l’applicazione di fascetta al pastorale o, peggio, marca auricolare. Tale sistema, già in essere, ha ampiamente dimostrato di essere inefficace per evidenti motivi pratici e di sicurezza degli operatori e dei cavalli. E’ di comune comprensione che sia la fascetta che la marca auricolare sia facilmente smarribile, dagli equidi, notoriamente agili e veloci nei movimenti.
Per Fiesa Confesercenti i principali punti di criticità della bozza di decreto sono:
a) il sistema semplificato di identificazione, attualmente previsto solo per alcune tipologie di equidi, dovrebbe essere esteso a tutte le categorie, pur mantenendo la possibilità, per i soggetti iscrivibili a Libri Genealogici, od organizzazioni similari ed equivalenti di una successiva integrazione ed inserimento, a discrezione dell’Operatore o Proprietario.
b) il sistema di identificazione mediante fascette o marche auricolari è semplicemente inapplicabile nella pratica zootecnica. Queste richiedono una manualità pericolosa per l’operatore, sono facilmente asportabili, possono provocare lesioni agli animali. L’applicazione di microchip è invece più facile e sicura, non smarribile e darebbe certezza alla movimentazione degli equidi.
c)attivare il procedimento di riconoscimento entro il più breve tempo possibile, con l’applicazione del microchip
I dirigenti ministeriali hanno preso atto delle proposte presentate dalla delegazione Fiesa Confesercenti e illustrando il complesso iter normativo che ha portato alla redazione della bozza hanno assicurato un’attenta valutazione delle proposte avanzate.