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Def: Coldiretti, arriva etichetta origine degli alimenti. Fiesa Confesercenti, scelta giusta ma attenzione alla retorica.

(ANSA) – ROMA, 2 OTT – L’etichetta trasparente sugli alimenti entra della Nota di aggiornamento del Def approvata dal Governo con l’obiettivo di “rafforzare l’etichettatura d’origine dei prodotti attraverso un lavoro costante in sede europea e nazionale”. Lo rende noto la Coldiretti nell’esprimere ”apprezzamento per il rispetto dell’impegno assunto dal premier Giuseppe Conte con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini al Villaggio Contadino, che ora deve tradursi nei decreti applicativi”
”L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”, ha detto Prandini di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, per il miele ma non per lo zucchero. (ANSA).

”Nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi anni a livello comunitario e nazionale – ricorda Coldiretti – fino ad oggi circa un quarto della spesa degli italiani è ancora anonima rendendo possibile spacciare per Made in Italy prodotti stranieri. etichette alimenti Un inganno per i produttori agricoli italiani che subiscono la concorrenza sleale ma anche un inganno per i consumatori che non hanno la possibilità di fare scelte di acquisto consapevoli. Il 93% degli italiani – conclude la Coldiretti – ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti ed in quasi 3 casi su 4 (73%) sono disposti a spendere di più per i prodotti 100% italiani dal campo alla tavola” secondo i dati dell’ultima consultazione pubblica effettuata da Ismea.

Per Fiesa Confesercenti, il Presidente Angelotti ha precisato che la valorizzazione del made in Italy è sacrosanta ma deve fare i conti con la realtà e comprendere che il made in Italy non è solo origine ma anche professionalità, capacità di trasformazione, sapere artigiano, elaborazione di semilavorati alimentari. Se non teniamo conto di questi elementi rischiamo di fare un autogol per l’intero settore agroalimentare in quanto dalle carni al frumento passando per gli oli e i formaggi il nostro paese non è autosufficiente.

Il rischio è di danneggiare le nostre buone produzioni alimentari. Altra cosa sono i prodotti che si fregiano delle denominazioni protette che prevedono un preciso disciplinare di produzione a garanzia della corretta tracciabilità dall’origine alla vendita.

Il Made in Italy non può essere trasformato in una crociata perché si ridurrebbe a ben poca cosa rispetto all’importanza che oggi riveste in Italia e nel mondo, con benefici per il sistema paese e per il settore primario e secondario.