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Napoli, il comune vieta esposizione di capretti e agnelli nelle macellerie. Assomacellai Fiesa Confesercenti: ordinanza politica e senza fondamento giuridico.

Napoli, il comune vieta esposizione di capretti e agnelli nelle macellerie.

Operatori in rivolta. Assomacellai Fiesa Confesercenti: ordinanza politica e senza fondamento giuridico.

“La delibera del Comune di Napoli fa riferimento a questioni etiche e morali, discutibili e di parte, che nulla hanno a che fare con la sicurezza igienico sanitaria della corretta lavorazione e conservazioni delle carni. L’ordinanza infatti non cita  a fondamento della decisione adottata norme di legge specifiche. Quello che si può dire è  che in base alla normativa vigente e agli stessi regolamenti comunitari va salvaguardata la corretta esposizione e conservazione dei prodotti alimentari a base di carne, nei banchi vendita e nelle vetrine refrigerate. Le motivazioni addotte dall’amministrazione comunale  sono pertanto prive di fondamento laddove omettono le norme di riferimento e violano la libertà di impresa costituzionalmente garantita oltre che oltraggiare una secolare storia mercantile della città di Napoli. Assomacellai Fiesa Confesercenti invita il Comune di Napoli e il Sindaco De Magistris a ripensare l’ordinanza senza cedere a suggestioni di moda alimentare che riguardano solo una sparuta minoranza di cittadini, violando il diritto a consumare secondo tradizione il rito della Pasqua a tavola”

Leggi articolo di cronaca

Repubblica, edizione di Napoli del 25 marzo 2018

 Stop agli agnelli scuoiati, la protesta dei macellai: “Divieto assurdo, restano nelle vetrine”

Commercianti sul piede di guerra. I controlli della polizia municipale cominciano lunedì ma l’Asl frena: “Dobbiamo valutare se questa ordinanza sia applicabile e non contrasti con le norme Ue”

di ANNA LAURA DE ROSA

25 marzo 2018

Agnelli, conigli, quarti e cosciottii. L’ordinanza comunale che vieta l’esposizione nelle macellerie cittadine di carcasse di animali scuoiati interi o a pezzi, con o senza testa, non ha svuotato vetrine e banconi. “Da qui non li togliamo, vengano pure a multare la gente che lavora e paga le tasse alla vigilia di Pasqua” protestano gli operatori del settore.

I controlli della municipale partiranno domani. Ma l’Asl frena: l’ordinanza potrebbe confliggere con la normativa europea che consente l’esposizione di un prodotto regolarmente macellato in condizioni igienico-sanitarie idonee e danneggiare gli operatori. Domani ci sarà una riunione operativa che, in caso di esito negativo, potrebbe portare alla sospensione del provvedimento firmato dall’assessore Gaeta.

I macellai intanto sono sul piede di guerra e “domani presenteranno ricorso al Tar – protesta Vincenzo Messina, presidente Federmacellai dell’Aicast – c’è confusione anche nella comunicazione, la gente pensa che non si vendano agnelli. Un polverone mediatico”. “Basta, ci siamo stancati, è una categoria tartassata” si arrabbia Raffaele Lubrano, che lavora alla Pignasecca, nel cuore di Montesanto. “Sono divieti assurdi – prosegue – sono disgustato. I bambini vengono traumatizzati? E le baby gang, le stese e i senzatetto al gelo? Vengano pure i controlli, qui nessuno è venuto quando hanno aperto 10 supermercati in 5 metri quadrati”.

La municipale non ha istituito una task force, “i controlli saranno eseguiti durante il normale servizio” spiega il comandante Ciro Esposito. “E’ un controsenso abolire una tradizione secolare – commenta Giacomo Vinciguerra, alle spalle di via Foria – sembra fanatismo. Non bisogna maltrattare gli animali ma pensiamo anche alle persone. Non sapevamo del verbale di 500 euro. E’ ingiusto per un commerciante onesto, il minimo è ricorrere al Tar”. “E’ inopportuno accanirsi, noi già evitiamo di esporre animali con testa e frattaglie – aggiunge la moglie Maria Grazia – In alcuni casi è necessario per garantirne la qualità”.

La rabbia cresce nei negozi a conduzione familiare che non reggono la concorrenza di grandi marchi, messi a dura prova da mucca pazza, aviaria e influenza suina. Luigi Bocchetti, macellaio di via Pessina, parla con gli occhi lucidi: “Siamo già sotto pressione. E’ scorretto colpirci, così le vendite crollano. Vogliamo far credere ai bambini che gli agnelli non si ammazzano?”. Al borgo di Sant’Antonio le macellerie espongono animali interi e a pezzi. Nel rione Sanità i macellai sgranano gli occhi: “Dobbiamo nascondere gli agnelli come se fossero droga e qui fuori c’è una piazza di spaccio?”.

Una voce fuori dal coro, Luigi Amoroso: “Per i bambini può essere un trauma, meglio presentare la carne già a pezzi”. “Assurdo” dice aVittorio De Luca in una macelleria di via Cavallerizza fondata nel 1911. “Qui ogni giorno ne inventano una nuova – prosegue – siamo cresciuti in macelleria e non siamo traumatizzati”.

“Stiamo valutando l’applicabilità dell’ordinanza – spiega Enzo Caputo, coordinatore dell’area veterinaria dell’Asl – potrebbe confliggere con la normativa Ue: una specie regolarmente macellata è un alimento a tutti gli effetti e può essere esposta rispettando i requisiti. Non c’è alcuna preclusione naturalmente, se ci sono elementi applicabili, lo faremo”. Dubbi anche sull’applicazione del provvedimento per i casi in cui i quarti vengano sezionati a vista sia nelle macellerie che nei supermercati a garanzia del consumatore. Insomma l’applicazione dell’ordinanza da migliaia di condivisioni sui social potrebbe essere in salita. Comune_di_Napoli_vieta_esposizione_di_capretti_e_agnelli_nelle_macellerie